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7 APRILE 2006- LA COMMISSIONE EUROPEA RINVII IL REGOLAMENTO MEDITERRANEO AL CGPM
Sono mutate le condizioni da quando, nel 2000, fu concepita a Bruxelles la prima stesura del nuovo Regolamento Mediterraneo. Da allora il CGPM (Commissione Generale per la Pesca nel Mediterraneo) ha assunto le sue piene funzioni operative ed è oggi, a tutti gli effetti, nell’ottica di un futuro e maggiore coinvolgimento dei produttori, la sede multilaterale in cui tutti gli Stati costieri del bacino, sia a livello scientifico che politico-diplomatico, concordano misure vincolanti per i Paesi aderenti.

Non c’è, quindi, più alcun motivo per cui Bruxelles dovrebbe arrogarsi ulteriormente l’esclusivo diritto di varare provvedimenti unilaterali, applicabili solo alla flotta comunitaria e quindi poco efficaci per la gestione della pesca in Mediterraneo. La proposta di Regolamento che - per la forte organizzazione di diversi Paesi, tra cui l’Italia - non è ancora stata approvata, in questo nuovo quadro deve essere rinviata come qualsiasi altra iniziativa mediterranea al CGPM.
Questa è la proposta che il movimento cooperativo italiano ha rilanciato ieri a Bruxelles in una riunione del CCPA (Commissione Consultiva Pesca e Acquacoltura, il “Parlamentino” della pesca di Bruxelles) a cui era intervenuto il Direttore generale della pesca Jörgen Holmquist, in una riunione in cui, fra mancate risposte e parola negata a rappresentanti italiani, è stato seguito il solito deludente cliché. “Tra i motivi della nostra proposta non c’è il tentativo di rinviare le decisioni su nuove misure per lasciare le cose come stanno, ma di spostare queste decisioni nella sola sede dove sarebbe automaticamente risolto il problema dell’armonizzazione delle norme tra tutte le flotte operanti in Mediterraneo.
Un terreno, quello dell’armonizzazione, su cui l’azione della Commissione Europea è del tutto inconsistente – hanno dichiarato i presidenti delle Associazioni italiane, Giampaolo Buonfiglio (AGCI Agrital), Ettore Ianì (Lega Pesca) e Massimo Coccia (Federcoopesca/Confcooperative) – forse la CE pensa di poter imporre il nuovo Regolamento al CGPM una volta approvato in Europa, secondo una strategia che a nostro avviso “fa i conti senza l’oste”, che in Mediterraneo è rappresentato dai Paesi arabi della sponda meridionale del bacino. Chiederemo al futuro Governo di intervenire con decisione per evitare che il Regolamento rimanga solo europeo, aggiungendo penalizzazioni ad una flotta comunitaria oggi già in crisi per l’aumento del costo del gasolio. Una crisi su cui la Commissione ha dato finora risposte tardive, inconsistenti e deludenti, come dichiarato da tutte le Organizzazioni europee presenti alla riunione del CCPA”. In questo contesto, in Italia si continuano a registrare incidenti e lutti nella pesca, ascrivibili al disperato tentativo delle imprese di quadrare i conti aumentando lo sforzo di pesca ed operando anche con condizioni meteomarine proibitive. L’ultimo incidente solo la settima scorsa in Adriatico con il peschereccio affondato e la perdita dell’intero equipaggio.

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