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22 APRILE 2004 - COMUNICATO STAMPA - A.G.C.I. PESCA - FEDERCOOPESCA - LEGA PESCA
Roma, 22 aprile 2004

PESCA: IL MOVIMENTO COOPERATIVO ALL’AUDIZIONE DELLA CAMERA DEI DEPUTATI DIFENDE I DECRETI LEGISLATIVI PER LA MODERNIZZAZIONE DEL SETTORE

La Commissione Agricoltura e Pesca della Camera dei Deputati, in una audizione informale, ha invitato le forze economiche e sociali e la pesca sportiva ad esprimere un giudizio di merito sui due schemi di decreto legislativo relativi al processo di modernizzazione del settore della pesca e acquacoltura. E’ stato riconfermato, da parte del movimento cooperativo, che il documento all’attenzione del Parlamento risponde alle aspettative della categoria e che il risultato raggiunto lo si deve attribuire alla concertazione.
Non era esattamente quello che il movimento cooperativo auspicava, ma l’apprezzamento è anche legato all’incertezza istituzionale e in particolare ai dubbi che accompagnano la ridefinizione delle competenze Stato/Regioni.
E’ stato sottolineato con forza la necessità di difendere il testo in discussione dall’attacco delle Regioni, che risultano inaccettabili perché travalicano i confini della Legge delega n. 38, ledono il principio delle invarianze delle spese e programmazione degli interventi del settore, non tengono conto degli orientamenti della Comunità Europea in materia di pesca e acquacoltura e dell’incontestabile primato della legislazione comunitaria e scardinano l’autogoverno statale e cooperativo.
Inoltre negano ogni confronto dialettico eludendo il principio della concertazione.
Il movimento cooperativo chiede la difesa del testo originario con la richiesta di reinserire il ruolo dei distretti di pesca e un maggiore ed esplicito richiamo alla definizione della figura economica dell’imprenditore ittico e delle attività connesse alla pesca e acquacoltura. In particolare si è sollecitata l’estensione del regime fiscale, riservato alle attività connesse al settore agricolo, anche al settore della pesca marittima, limitatamente alle società di persone e all’imprenditore agricolo, regolamentato dal codice civile, che svolge attività di acquacoltura mediante l’utilizzo delle acque e per le attività ivi indicate.
L’occasione è stata utile per ribadire come la disciplina dello schema del decreto legislativo non appare riconducibile alle materie enumerate dalla riforma del Titolo V e in particolare dall’ art. 117 della Costituzione.
Il settore della pesca, a parere del movimento cooperativo, deve essere ricondotto, al contrario di quello che sostengono le Regioni, alla “tutela dell’ambiente e dell’ecosistema” materia di esclusiva competenza statale nonché al “governo del territorio”, “tutela della salute e dell’alimentazione”, materie di competenza concorrente tra Stato e Regioni.
L’occasione è stata ghiotta anche per ribadire l’invito all’Esecutivo e al Parlamento di accelerare l’approvazione del disegno di legge bipartisan Franci-Scaltritti, relativo all’emergenza del settore, in gestazione da oltre un anno.
E infine, si è sollecitata una forte assunzione di responsabilità da parte dell’Esecutivo a difesa del lavoro svolto insieme.


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